mercoledì 10 ottobre 2007

Quel pomeriggio di un giorno da Adelphi

In principio erano le spille.
Dovevo portarle agli Oracoli di Adelphi, ma purtroppo non avevo il tempo.
Oggi pomeriggio ero libero, prendo accordi con Maggiulli, piglio, vado.
In un austero palazzo ottocentesco, vicino a un bar che ha esposti in vetrina i libri Adelphici, vive, cresce e si riproduce la creatura che ha fagocitato Jacopo Matteo. Appena entrato nell'antro della balena, alla sinistra mi appare uno sgabuzzino ripieno di libri. Avrei voluto urlare "Babbino, babbino", come un giulivo pinocchio, invece ho urlato "Oh Colux, ma aundi ti miseru"? (trad. Ave Jacopo, il tuo loco mi appare alquanto angusto).
Vengo portato da Maggiulli, arriva Michela Acquati,andiamo garruli a prendere un caffè al bar Marchesi, rinomato nel nordest per i suoi pasticcini. Infatti, su consiglio della ineffabile Michela, prendo un bignè al pistacchio. Che esplode. Sul mio vestito.
Ora, se voi tracciate una linea che dal naso scende fino ai piedi, in mezzo dovreste trovare una sporgenza, nel mio caso non grande, ma pur sempre una sporgenza. Dove è finito il pistacchio? Proprio lì, bravi, 100 punti!
Per il resto mi sono fatto un sacco di risate, dicendo ogni dieci secondi "Siamo dell'Adelphi, eccheccazzo!", regalando spille a Pinotti ed Ena Marchi (simpaticissimi, peraltro), e ricevendo in omaggio un Maigret dalle mani di Giorgione in persona, dopo aver cercato di spacciarmi un Dickens da 1500 pagine (gentilmente rifiutato).
Se mi viene in mente altro, ve lo dico.
Saluti e pistacchio
Ciccio

2 commenti:

firefox ha detto...

Ma scusa, approposito... le nostre spillette?????????

francirce ha detto...

è vero, anch'io ho investito sulla produzione e non ho ancora ricevuto la mia...