Scusate, non era mia abitudine e non è certo mia intenzione monopolizzare il blog, tuttavia dacché si fa presto a dire ‘cultori della materia’, vi faccio presente una lettera che mi è arrivata ieri dalla Statale.
Gentile signora e gentile signore,
desidero innanzitutto ringraziare chi ha destinato nei due anni scorsi il suo 5 per mille al nostro Ateneo perché ha dato un contributo alla ricerca e quindi al futuro di tutti noi. I .... euro raccolti nel 2006 sono infatti destinati a progetti e borse per giovani ricercatori. La nostra università laurea ogni anno oltre 9.000 persone e ne avvia 1.500 alla ricerca;... siamo al settimo posto in Europa e primi in Italia fra le università di ricerca. ... Nel 2007 abbiamo realizzato importanti ricerche che portano concreti e immediati vantaggi per la salute, l’ambiente e il miglioramento della qualità della vita. Grandi risultati, ma non sufficienti. Considerate le sfide a cui siamo chiamati e il contesto non sempre facile, abbiamo bisogno di un sostegno più ampio e convinto che passa anche attraverso il 5 per mille. Non si tratta infatti solo di denaro, ma di un segno forte per ricordare, anche alla politica, che il destino del Paese e il futuro dei giovani e nostro dipende dall’Unviersità e dalla Ricerca. Per questo mi sento di invitarla nuovamente a destinare il suo 5 per mille al nostro Ateneo. La ringrazio e spero voglia farci visita in occasione di uno dei numerosi eventi che organizziamo e di cui trova notizia sulla home page del nostro portale www.unimi.it.
Il rettore.
Rispondo:
Magnifico e munifico Rettore,
purtroppo non posso fregiarmi dei suoi ringraziamenti. Non ho avuto nessun cinque per mille lo scorso anno dal momento che non ho avuto redditi da dichiarare e 5 per mille da destinare all’ateneo. Nel 2006 sono stato impegnato in un esercizio di seicento pagine – ma sa, io sono un po’ prolisso oltre che (tom)masochista – dal nome “tesi di laurea”. Scusi se uso lo slang accademico. In compenso negli ultimi mesi ho dato all’università qualcosa di meno utile dei soldi e di meno prezioso: il 5 per mille del mio sangue, della mia materia cerebrale che è poca, dei miei nervi ormai oltre il collasso e tutto intero il mio impegno di essere umano. Come? Ammetto, ho scelto perché ero depresso per affari miei di accettare di entrare nelle commissioni d’esame dell’Università degli Studi e di assistere in storia del cinema quale cultore della materia a titolo gratuito. Questo mentre ero impegnato in un master dell’Università degli Studi pagandolo per intero: dei..... euro pagati, grazie ai mesi di stage che mi ha fruttato ne ho finora recuperati la metà... ma contando le spese accessorie siamo decisamente in rosso, e il mio bilancio esistenziale è un crac che neppure dieci, cento, mille Parmalat e Banchi Ambrosiani.... Vorrei farle notare che faccio ridere pure i panettieri che servono gli studenti... Vorrei farle notare che se la nostra università laurea 9.000 studenti e ne avvia 1500 alla ricerca qualche merito va condiviso con i docenti sottopagati e con chi presta servizio senza retribuzione alcuna, senza scopo di lucro, solo in nome della passione per una materia di studio e di ciò che letteralmente è la filosofia: l’amore per il sapere e l’etica comportamentale che questo amore e questo sapere ci insegnano. E direi l’amore per il prossimo, con la volontà di trasmettergli qualcosa che non sia solo una trafila di nozioni buone per avere un pezzo di carta. Ammettendo che in questo possiamo non essere all’altezza e fallire, ma almeno lo sforzo ci venga riconosciuto. Capisco che non le importi molto di qualcuno per cui può essere il solo motivo per cui vale la pena di alzarsi dal letto e sopportare di andare avanti il dover spiegare a ventenni che giustamente hanno in mente altro – e li capisco – che la messa in scena in profondità di campo di Orson Welles o il montaggio del primo Jean-Luc Godard sono esperienze magnifiche e punti fermi della nostra umanità. Lei vanta dei numeri. Non ho contato le persone a cui ho fatto lezione in quelle sette occasioni; neppure quelle che ho interrogato. Fatto sta che ho svolto un servizio pubblico con abnegazione e senso di responsabilità, direi autodistruttivi. E con i miei errori, che riconosco. Ho preparato lezioni quando notoriamente la gente fa altro: in orari notturni, week end, o durante i ponti poiché nelle ore utili ero in formazione permanente e stage. Ho interrogato consecutivamente dalle ore 9.00 alle ore 19.30 senza cibo né pause fisiologiche. Lo dovevo semplicemente fare e lo rifarei; per rispetto del ruolo. Nel 2008 sto realizzando una serie di ricerche per portare concreti e immediati vantaggi alla mia salute fisica e mentale, all’ambiente in cui vivo e al miglioramento della qualità della mia vita (che sia vita vera o l’anticamera di essa come quella che sto vivendo). Grandi esaurimenti, ma nessun risultato sufficiente. Considerando le sfortune da teatro dell’assurdo da cui sono monitorato costantemente e il contesto quanto mai complicato, ho bisogno di un sostegno più ampio e convinto e sono convinto – mi scusi la paronomasia – che questo passi anche, se non soprattutto, attraverso il lavoro retribuito. Non si tratta solo di denaro ma di un segno forte per ricordare anche alla nostra università che il futuro dei giovani dipende dall’equo riconoscimento del loro valore e del loro operato, qualsiasi sia la professione. La ringrazio e spero voglia fare visita a me alle mie colleghe, che sicuramente saranno d’accordo con me, in uno dei numerosi eventi a cui presenziamo e che si svolgono anche grazie a noi; il loro nome in codice è appelli d’esame. É giusto destinare fondi alla ricerca ma lo è altrettanto anche se meno importante riconoscere con un minimo rimborso spese, pur solo parziale e simbolico, chi si presta affinché l’Istituto adempia i propri compiti nei confronti dei primi finanziatori: gli studenti. E io non sono che uno dei tanti. Che continuerà comunque a fare ciò che sta già facendo.
Il cultore della materia masterizzato
2 commenti:
E' scontato e pleonastico dire che hai tutta la mia solidarietà, ma purtroppo, credo non serva a cambiare le cose.
Ti abbraccio lo stesso .. grazie!
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